venerdì 9 ottobre 2009

SCIOPERO GENERALE DEI METALMECCANICI

«Ecco quello che mostra la nostra storia: se noi siamo divisi vince il padrone»

[da: “Siam del popolo gli arditi”, canto anarchico, 1921]


Gli anarchici, da sempre al fianco dei lavoratori nelle lotte per la giustizia sociale e la libertà, scendono oggi in piazza per sostenere le mobilitazioni degli operai contro gli attacchi del governo e dei padroni, sempre più decisi a dividere la categoria per indebolirla e ricattarla meglio.
Le difficoltà in cui versa il settore metalmeccanico rappresentano bene il profondo malessere della società italiana, sempre più soffocata da una classe politica che, nel suo insieme, esprime perfettamente gli interessi di un padronato aggressivo e prevaricatore come non mai.

Licenziamenti, delocalizzazioni, mancanza di commesse, cassaintegrazione sono strumenti con cui si attinge a piene mani per creare sacche di disagio sociale che alimentano il precariato e la disoccupazione. Impoverire il popolo per poi ricattarlo e sfruttarlo meglio: questa è la strategia che stato e padroni portano avanti da anni.

La progressiva erosione dei diritti dei lavoratori conquistati a fatica nel corso di decenni di lotte, si riflettono nella galoppante distruzione di tutti i servizi pubblici: dalla sanità alla scuola, ai trasporti. Chi lavora e chi deve entrare nel mondo del lavoro sono oggi accomunati da una angosciante incertezza del futuro. E al fondo della piramide sociale vengono relegati gli immigrati, i nuovi schiavi della nuova economia.

Per reagire allo stato di cose presenti diventa indispensabile ripensare radicalmente le lotte e gli obiettivi da raggiungere. La difesa dei diritti messi sotto scacco non può e non deve esaurire la spinta dal basso che i lavoratori sono capaci di realizzare.
Occorre puntare a qualcosa di più e a qualcosa di meglio: riconquistare il lavoro sganciandosi dal capitale, mettendo alle strette il padronato, facendogli capire una volta per tutte che – senza i lavoratori – un cantiere, una fabbrica, un’azienda agricola produttiva non potrebbero nemmeno esistere.
Ecco perché le lotte per i diritti devono trasformarsi in lotte autorganizzate per la libertà, per l’autogestione della produzione, per la solidarietà di classe fra tutti i lavoratori, italiani e stranieri insieme, senza distinzioni.
Nemico non è l’immigrato o il collega di lavoro. Nemico è il capitalista che ti sfrutta. Nemico è lo stato che ti ruba il futuro.

RIPRENDIAMOCI IL LAVORO,
RIPRENDIAMOCI LA VITA!

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO