mercoledì 16 dicembre 2009

Comunicato della Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana sulle provocazioni antianarchiche di Milano e Gradisca

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
- FAI denuncia la natura oggettivamente provocatoria e antianarchica
delle esplosioni di Milano e Gradisca d’Isonzo.

Il nome degli anarchici viene strumentalmente associato a deliranti
rivendicazioni che accompagnano detonazioni e fiammate, in un momento
assai significativo, a poche ore dallo svolgimento di decine e decine
di manifestazioni pubbliche che il Movimento anarchico ha promosso a
Milano e in tutta Italia per tenere viva la memoria della strage di
Stato, dell’assassinio di Pinelli e delle montature antianarchiche che
quarant’anni fa a piazza Fontana aprirono la stagione della strategia
della tensione.

Lo Stato, i suoi apparati e i loro servi non possono tollerare che, a
distanza di quarant’anni, la memoria storica su quei tragici fatti sia
ancora viva e presente nell’opinione pubblica. Per i poliziotti di
professione e per quelli di vocazione, risulta intollerabile che nelle
piazze, nelle scuole, e nei luoghi di lavoro gli anarchici continuino
a ricordare e a far ricordare la natura criminale del potere e delle
sue strutture di dominio. Ed è per questo che, con infame puntualità,
la polvere da sparo viene utilizzata nel tentativo di coprire la
miseria in cui si dibatte la classe dirigente del paese.

Ancora una volta, la lotta antirazzista e l’opposizione ai Centri di
Identificazione ed Espulsione per immigrati viene criminalizzata
attraverso l’esercizio poliziesco della provocazione dinamitarda,
proprio in un momento in cui il livello del conflitto espresso dagli
immigrati smaschera giorno per giorno la natura totalitaria e razzista
di questi lager contemporanei.

L’acronimo FAI, associato a una presunta "federazione anarchica
informale", torna a essere vigliaccamente utilizzato per creare
confusione e gettare discredito sull’impegno quotidiano profuso a viso
aperto dai militanti e dai simpatizzanti della Federazione Anarchica
Italiana nelle lotte sociali al fianco dei lavoratori, degli
sfruttati, degli oppressi. Respingiamo fermamente la provocazione,
invitiamo i cittadini a non lasciarsi confondere dal clamore mediatico
ed esortiamo gli operatori dell’informazione a non prestarsi a logiche
di interessata disinformazione.

Nel denunciare questo miserabile copione, esprimiamo tutto il nostro
sdegno per l’infamia di questi atti, funzionali alle logiche del
potere, con cui si cerca di distruggere e infangare quello che gli
anarchici cercano di costruire ogni giorno: una società libera dal
potere, libera dalla sopraffazione, in cui la solidarietà,
l’uguaglianza e la giustizia sociale siano pratiche reali e
quotidiane.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

cdc@federazioneanarchica.org
www.federazioneanarchica.org

16/12/2009

martedì 15 dicembre 2009

PIAZZA FONTANA 1969 - 2009: LO STATO UCCIDE

Quarant'anni fa, lo stato italiano inaugurava la “strategia della tensione” una stagione terroristica scandita da attentati e stragi per spargere paura e insicurezza in tutto il paese, stroncare le lotte e le mobilitazioni che in quegli anni attraversavano la società, giustificare la repressione nei confronti di ogni opposizione sociale.

Della bomba di piazza Fontana, esplosa il 12 dicembre del 1969, furono ingiustamente accusati gli anarchici. Tre giorni dopo, al termine di uno sfiancante interrogatorio, l'anarchico Pinelli veniva scaraventato innocente da una finestra dell'ufficio del commissario Calabresi, nella questura di Milano.

Dopo quarant'anni di insabbiamenti e depistaggi, la verità che subito era stata indicata dai movimenti di allora rimane ancora oggi l'unica certezza inconfutabile: si trattò di una strage di stato alla quale contribuì la manovalanza fascista, naturalmente interessata a una svolta autoritaria del paese voluta dai vertici delle istituzioni.

Oggi, l'Italia vive tempi terribili: la classe politica ha distrutto la società e il mondo del lavoro, l'autoritarismo si esprime nella sistematica repressione del dissenso e nella criminalizzazione dei soggetti più deboli (immigrati e poveri), il razzismo dilaga dal ventre del corpo sociale fino all'applicazione di leggi che ledono i diritti umani, nelle carceri e per le strade si muore ammazzati dai tutori dell'ordine, i fascisti imperversano con il loro carico di odio e violenza godendo, come sempre, di adeguate coperture.

Se le donne e gli uomini di questo paese non alzeranno la testa contro le quotidiane sopraffazioni del potere, l'Italia continuerà a essere ostaggio della criminalità di una classe dirigente corrotta e impresentabile che utilizza sempre gli stessi strumenti: il ricatto, la paura, lo sfruttamento, la violenza.
Non bisogna cedere alla rassegnazione. Bisogna difendere metro per metro gli spazi di agibilità, bisogna rilanciare le lotte per riconquistare diritti e libertà.
Bisogna ridare speranza al paese: ecco perché ricordare piazza Fontana significa guardare al futuro.


COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

lunedì 7 dicembre 2009

15 DICEMBRE 1969 - 2009

15 DICEMBRE 1969 – 2009
PIAZZA FONTANA STRAGE DI STATO
GIUSEPPE PINELLI È STATO ASSASSINATO

VIA MAGLIOCCO ang. VIA R. SETTIMO, ORE 10:00 - PRESIDIO
LICEO “CATALANO” VIA LA MARMORA 66, ORE 16:00 - DIBATTITO PUBBLICO



COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO


sabato 14 novembre 2009

CORTINE DI FERRO

A distanza di quasi 10 anni dalla strage del “Serraino Vulpitta”, siamo di nuovo qui a Trapani per manifestare la nostra indignazione.
In 10 anni non è cambiato nulla, anzi: le cose sono peggiorate.
Anno dopo anno, legislatura dopo legislatura, l’attacco bipartisan agli immigrati e agli oppressi non fa altro che aumentare a dismisura la sua carica razzista e xenofoba. Dopo le due leggi criminali (Turco-Napolitano e Bossi-Fini) che hanno discriminato, ghettizzato e umiliato migliaia di persone in cerca di un futuro, è arrivato l’ultimo tassello che ha completato il mosaico: il “pacchetto sicurezza”.
Quest’ultima legge ha coronato il percorso, intrapreso e pianificato ormai da decenni, di trasformare l’Europa in una vera e propria fortezza. L’Europa dell’esclusione, l’Europa dei muri, l’Europa delle cortine. Mentre i potenti festeggiano il ventennale della caduta del muro di Berlino, blaterando con la solita retorica europeista a proposito di “libertà di movimento” e “superamento dei confini”, in mare muoiono migliaia di immigrati, i Centri di identificazione ed Espulsione diventano sempre più insostenibili e l’odio verso il diverso diventa prassi quotidiana. Norme come il “reato di clandestinità” non fanno altro che condannare una persona non per quello che ha fatto, ma per quello che è. In tutto questo, la propaganda di regime – attraverso i mezzi di comunicazione di massa – instaura nelle menti delle persone un vero e proprio delirio securitario.
La cortina di ferro non è caduta affatto. Le cortine di ferro ci sono sempre state e sono in continua proliferazione.
In risposta a questa barbarie il messaggio degli anarchici, da sempre a fianco degli oppressi, diventa sempre più attuale e coerente:
NESSUNA FRONTIERA! NESSUNA GALERA!
PER LA LIBERTÀ DI TUTTE/I



COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO


mercoledì 4 novembre 2009

PRESIDIO ANTIMILITARISTA

Quella che viene chiamata “festa delle forze armate” è una giornata che ricorda la fine dell’immane massacro della prima guerra mondiale: solo in Italia si contarono oltre seicentomila morti e più di un milione di feriti. Tutti contadini, operai, lavoratori mandati a morire per gli interessi dei potenti.
Ancora oggi, il mondo è devastato da guerre spacciate come missioni di pace.
Dal Libano, all’Iraq, all’Afghanistan, la guerra permanente tiene sotto scacco intere aree del pianeta per destabilizzarle, terrorizzarle e controllarne le risorse.
Dicevano che la “guerra al terrorismo” avrebbe garantito la pace ed esportato la democrazia.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Allo stesso modo, il fronte interno della guerra si manifesta con le leggi che limitano la libertà in nome di una fantomatica emergenza sicurezza, con i militari che presidiano le nostre strade, con le leggi razziste che discriminano i più deboli, con le servitù militari (basi, aeroporti, installazioni) che mortificano il nostro territorio.
Gli stati e i governi spendono milioni di euro per la produzione e la commercializzazione di armi e il mantenimento degli eserciti, ma quando si tratta di garantire servizi pubblici essenziali (scuola, sanità, trasporti) i soldi non si trovano mai.
Non è un caso, infatti, che la stragrande maggioranza dei soldati che si arruolano volontari sono meridionali: lavoro non ce n’è, e pur di trovare un posto fisso, migliaia di giovani decidono di indossare una divisa. Come al solito, lo stato e il capitale trovano nella classe degli sfruttati la carne da cannone che gli serve.
Poi, davanti una bara avvolta nel tricolore che torna dall’ennesimo fronte di guerra, i politici non fanno altro che recitare il solito copione infarcito di bugie e di retorica.

La verità è che le parole ufficiali della politica e dei mezzi di comunicazione significano il contrario di quello che dicono: per chi comanda, le guerre sono “missioni di pace”, i bombardamenti sono “chirurgici”, gli occupanti sono “liberatori”.

E invece la guerra è guerra e non esistono soldati di pace.

La pace si costruisce rifiutando il militarismo in tutte le sue espressioni, disertando la retorica patriottica, sottraendosi a questo meccanismo assassino.
La pace, quella vera, si costruisce lottando ovunque contro le ingiustizie, scatenando il conflitto sociale contro chi ci affama e ci sfrutta, battendoci per un mondo che sappia fare a meno degli stati, del capitalismo e della loro violenza.


COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

venerdì 9 ottobre 2009

SCIOPERO GENERALE DEI METALMECCANICI

«Ecco quello che mostra la nostra storia: se noi siamo divisi vince il padrone»

[da: “Siam del popolo gli arditi”, canto anarchico, 1921]


Gli anarchici, da sempre al fianco dei lavoratori nelle lotte per la giustizia sociale e la libertà, scendono oggi in piazza per sostenere le mobilitazioni degli operai contro gli attacchi del governo e dei padroni, sempre più decisi a dividere la categoria per indebolirla e ricattarla meglio.
Le difficoltà in cui versa il settore metalmeccanico rappresentano bene il profondo malessere della società italiana, sempre più soffocata da una classe politica che, nel suo insieme, esprime perfettamente gli interessi di un padronato aggressivo e prevaricatore come non mai.

Licenziamenti, delocalizzazioni, mancanza di commesse, cassaintegrazione sono strumenti con cui si attinge a piene mani per creare sacche di disagio sociale che alimentano il precariato e la disoccupazione. Impoverire il popolo per poi ricattarlo e sfruttarlo meglio: questa è la strategia che stato e padroni portano avanti da anni.

La progressiva erosione dei diritti dei lavoratori conquistati a fatica nel corso di decenni di lotte, si riflettono nella galoppante distruzione di tutti i servizi pubblici: dalla sanità alla scuola, ai trasporti. Chi lavora e chi deve entrare nel mondo del lavoro sono oggi accomunati da una angosciante incertezza del futuro. E al fondo della piramide sociale vengono relegati gli immigrati, i nuovi schiavi della nuova economia.

Per reagire allo stato di cose presenti diventa indispensabile ripensare radicalmente le lotte e gli obiettivi da raggiungere. La difesa dei diritti messi sotto scacco non può e non deve esaurire la spinta dal basso che i lavoratori sono capaci di realizzare.
Occorre puntare a qualcosa di più e a qualcosa di meglio: riconquistare il lavoro sganciandosi dal capitale, mettendo alle strette il padronato, facendogli capire una volta per tutte che – senza i lavoratori – un cantiere, una fabbrica, un’azienda agricola produttiva non potrebbero nemmeno esistere.
Ecco perché le lotte per i diritti devono trasformarsi in lotte autorganizzate per la libertà, per l’autogestione della produzione, per la solidarietà di classe fra tutti i lavoratori, italiani e stranieri insieme, senza distinzioni.
Nemico non è l’immigrato o il collega di lavoro. Nemico è il capitalista che ti sfrutta. Nemico è lo stato che ti ruba il futuro.

RIPRENDIAMOCI IL LAVORO,
RIPRENDIAMOCI LA VITA!

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO


venerdì 18 settembre 2009

TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI

È da tempo che denunciamo con forza la spirale razzista e autoritaria nella quale sta precipitando il nostro paese.
Uno dei segnali più preoccupanti di questo arretramento culturale e umano è rappresentato dalla discriminazione nei confronti delle persone omosessuali.
Mentre in Italia crescono insofferenza e rancore nei confronti degli immigrati e dei poveri, allo stesso modo aumenta il disprezzo nei confronti degli omosessuali. Un disprezzo che chiude il cerchio dell'odio in cui la società italiana si è ingabbiata, con il favore e la complicità di una classe dirigente sempre più fascista e illiberale.
Le aggressioni fisiche e verbali nei confronti di singoli e di coppie omosessuali sono sempre più frequenti. A parte le canaglie fasciste, spesso gli aggressori sono persone qualsiasi. Chi è riconosciuto come omosessuale subisce umiliazioni e soprusi un po' dappertutto: a scuola, a lavoro, per la strada, tra le pareti domestiche. Molti si nascondono, molti hanno paura. Spesso e volentieri, l'odio e il rancore scagliati contro omosessuali e transessuali nascondono frustrazione e repressione, ipocrisia e insoddisfazione. E tutto questo si traduce in voglia di dominio.
In questo clima di normalizzazione voluto da coloro che detengono il potere, non c'è spazio per chi non rientra nei canoni di una cosiddetta “normalità” stabilita e imposta dall'alto.
In particolare, bisessuali, omosessuali e transessuali mettono in discussione con la loro stessa identità – e più di chiunque altro – l'apparato ideologico su cui si fonda il potere patriarcale e maschilista della nostra società. In questa persecuzione, la Chiesa cattolica svolge un ruolo di avanguardia ideologica, con la sua ipocrita sessuofobia e con la pretesa opprimente di definire ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è naturale e ciò che è innaturale.

Per le anarchiche e gli anarchici, l'azione diretta è l'unica strada realmente percorribile per combattere ed estirpare l'omofobia.
La lotta a tutte le discriminazioni è una lotta che deve coinvolgere tutti, perché è in gioco la libertà e la dignità di ogni individuo. Libertà di amare, di esprimere sentimenti e desideri, di vivere in piena autonomia e consapevolezza la propria vita.
I diritti che le istituzioni potrebbero riconoscere per tutelare sulla carta l'incolumità e la dignità dei cittadini omosessuali sono destinati a rimanere parole vuote se non vengono esercitati subito, concretamente e senza mediazioni, in una pratica cosciente e solidale.
La lotta all'omofobia è, allo stesso tempo, lotta al razzismo, lotta al fascismo, lotta al sessismo, lotta all'autoritarismo.
Si tratta di una lotta per la libertà e per l'uguaglianza. Perché siamo tutti uguali se siamo tutti liberi. E siamo tutti uguali perché siamo tutti diversi.


COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO


sabato 12 settembre 2009

Volantino contro la crisi

Palermo è ormai in ginocchio. Disoccupazione, precarietà e restringimento degli spazi di agibilità sociale fanno parte del malessere cronico di un’intera città e, in particolare, delle fasce più svantaggiate della popolazione. Le politiche di macelleria sociale attuate dal governo e dal padronato hanno ripercussioni devastanti. I tagli previsti dalla riforma Gelmini-Tremonti, ad esempio, rischiano di buttare in mezzo alla strada almeno millecinquecento lavoratori della scuola nella sola provincia di Palermo. E la cassaintegrazione che viene prospettata ai lavoratori del Cantiere navale di Palermo è l’ennesimo atto di sfida e di rapina da parte di chi sfrutta il lavoro altrui.

Viviamo in una città in cui ci sono migliaia di senza casa e migliaia di persone che non possono contare sulla certezza abitativa. Chi governa Palermo non ha mai cercato di affrontare razionalmente questa situazione. Al contrario, molte famiglie palermitane sono state deportate nei container di via Messina Montagne, in condizioni semplicemente vergognose.

I poteri forti che dominano Palermo vogliono plasmare il territorio a loro immagine e somiglianza. Il centro storico è la torta da spartire tra speculatori dell’edilizia, borghesia mafiosa e Chiesa. Non c’è più posto per le persone comuni tra le strade e i vicoli del centro, ma solo per professionisti, turisti e ristorantini. Questo progetto passa dalla repressione di ogni forma di dissenso e dalla criminalizzazione di chi non è allineato socialmente. Ad esempio, per rendere operative le ordinanze antibivacco emanate dal sindaco Cammarata in nome di un presunto “decoro urbano”, sarà presto aperta la caccia ai senza casa, agli immigrati, agli ambulanti, ai poveri. Nel frattempo, la classe politica cittadina – da destra a sinistra – è impegnata nelle faide e negli inciuci per accaparrarsi poltrone e posti di sottogoverno.

La repressione delle lotte, l’attacco agli spazi occupati, la negazione dei diritti più elementari come la casa, il lavoro, l’istruzione per tutti, fanno parte di una strategia complessiva con cui il potere vuole tenerci tutti sotto scacco: il bisogno e la disperazione sono la miniera d’oro della mafia, dei politici, dei professionisti della carità.
A questa strategia bisogna rispondere collettivamente e in maniera unitaria: è necessario prendere coscienza che i precari, i disoccupati, i senza casa, gli immigrati, i lavoratori devono innanzitutto contare su se stessi per difendersi insieme, senza deleghe e mediazioni, dalla repressione e dallo sfruttamento. Solo così si potranno rilanciare le lotte per una città più vivibile e solidale, libera dagli sciacalli che la sbranano ogni giorno.

CONTRO LA REPRESSIONE,
LOTTA DI CLASSE E AZIONE DIRETTA !


Coordinamento Anarchico Palermitano

sabato 8 agosto 2009

CONTRO IL MOSTRO SULLO STRETTO

Oggi siamo qui a Messina per ribadire il nostro NO all’ennesimo progetto di devastazione ambientale, economica e sociale che la Sicilia sta per subire.
La politica delle “grandi opere”, che secondo il punto di vista delle solite lobbies favorirà sviluppo e progresso, è sempre stata e sarà sempre un’immensa truffa ai danni delle popolazioni locali. Il ponte sullo Stretto è una di queste: proposto e progettato dal governo Berlusconi e momentaneamente “congelato” dal connivente governo Prodi, il Ponte è rimasto una concreta minaccia per la nostra terra. Quella che i politicanti starnazzano come un’opera basilare per lo sviluppo dell’arretrata Sicilia utile per piazzare posti di lavoro, sarà invece una vera e propria mannaia che falcerà in primis i lavoratori del settore marittimo e ferroviario: sono previsti, infatti, licenziamenti per 3000 unità. Considerando che la costruzione dell’opera dovrebbe occupare un arco ristretto di tempo e che quindi non garantirebbe un lavoro fisso alle persone assunte per i cantieri, possiamo capire immediatamente la sfacciataggine della truffa.
Come al solito la Sicilia è terra di rapina: ci propongono i soliti mostri di cemento che, invece di creare uno sviluppo ecosostenibile e una reale opportunità di lavoro per i cittadini, foraggiano il capitale e sfruttano efferatamente le risorse umane e ambientali della nostra terra. Solo cementificazione, devastazione ambientale, sociale ed economica.
In tutto questo gli unici a trarne vantaggio sono una classe politica corrotta e mafiosa, le potentissime lobby del cemento e tutta la feccia padronale.
Le proposte concrete per uno sviluppo reale della Sicilia non sono sicuramente le “cattedrali nel deserto”, i rigassificatori, i ponti o le centrali nucleari; ma un potenziamento e un riammodernamento dei trasporti su rotaia e via mare che oltre a garantire un efficiente collegamento a livello regionale, garantirebbero una drastica diminuizione dell’inquinamento e opportunità lavorative reali e permanenti.
Noi proponiamo percorsi autogestionari che garantiscano un controllo dal basso delle risorse del territorio. Percorsi comuni e condivisi da tutti. Siamo contro lo stato, contro i partiti e contro tutti i governi, che difendono i privilegi dei potenti e negano i diritti degli oppressi. Per una società di liberi ed uguali, senza servi e senza padroni.

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

lunedì 15 giugno 2009

A TUTTO IL MOVIMENTO -- SUL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE LIBERTARIA "PIERO RIGGIO"

Il Centro di documentazione libertaria"Piero Riggio", aperto alla consultazione presso l'Università di Palermo - Facoltà di Lettere e Filosofia - sin dal 1999, ha concluso forzosamente la sua attività per ragioni indipendenti dalla volontà dei promotori, bensì legate alla sopraggiunta indisponibilità della Facoltà a rinnovare la concessione di uno spazio idoneo.

Il Centro era costituito per la gran parte dai titoli e dai documenti del Fondo Piero Riggio, affidato dalla famiglia Riggio con mandato fiduciario ai compagni Antonio Rampolla e Natale Musarra con finalità di fruizione pubblica dei materiali raccolti da Piero Riggio, tra i componenti del gruppo "N. Machno" di Palermo aderente alla Federazione Anarchica Italiana - FAI; da libri e documenti del Circolo anarchico 30 Febbraio, trasferiti al Centro dai compagni Rampolla e Vaccaro, che del Circolo erano tra gli animatori; nonché, infine, da successive acquisizioni.

Nel dicembre del 2005 tra i promotori ebbero a manifestarsi divergenze di natura politica che si rivelarono insanabili. All'atto della chiusura del Centro, libri e documenti furono subito imballati in scatole di cartone e, per iniziativa unilaterale di alcuni dei promotori, senza che tutti gli altri fossero messi a conoscenza delle eventuali misure temporanee da intraprendere per la tutela dell'integrità e per la fruibilità del Centro, vennero trasferiti in un'abitazione privata.

Il 13 giugno del 2006 ci fu un momento di incontro comune in cui fu confermata tale collocazione dei libri, soluzione che andava intesa come sistemazione provvisoria in attesa della ristrutturazione dei locali della Facoltà di Lettere addotta dall'allora preside Ruffino come principale motivazione della chiusura del Centro.

Da quel momento, la Facoltà di Lettere ristrutturò senza più dare i locali - com'era ampiamente prevedibile - e i contatti tra i promotori del Centro di documentazione libertaria furono del tutto sporadici.

Era - ed è - opinione dei firmatari del presente documento che - terminata l'esperienza del Centro - titoli e documenti del Fondo Riggio e del Circolo "30 febbraio" tornassero in possesso di chi ne aveva titolo anche in considerazione del fatto che, per le già citate divergenze politiche, non era possibile dar vita ad altra iniziativa unitaria analoga a quella del Centro.

Questi concetti sono stati ribaditi in due riunioni distinte alla fine del 2007 nel corso delle quali, pur riconoscendo la fondatezza delle nostre osservazioni, i nostri interlocutori ribadivano la loro indisponibilità a restituire il materiale indebitamente trattenuto.

Si discusse a lungo tra i compagni firmatari della presente se non fosse il caso di riappropriarsi comunque del patrimonio librario e documentale, ma si decise che un'azione del genere avrebbe ridotto lo scontro politico a un livello di immoralità che non ci è affatto congeniale e che ci avrebbe oggettivamente posti sullo stesso piano di chi aveva compiuto l'opera di sottrazione del materiale.


Abbiamo quindi deciso di rimettere alla famiglia Riggio il mandato fiduciario. Ci sembra altresì doveroso avvertire gli eventuali frequentatori del nuovo sito di consultazione che i libri e i documenti esposti sugli eventuali scaffali, di cui ovviamente non possiamo più garantire un uso pubblico, sono il frutto di un'azione autoritaria e scorretta, lontanissima anni luce non tanto e non solo da un comportamento libertario, ma anche dalle semplici norme di un'etica civile.


Antonio Rampolla, Salvo Vaccaro, Antonio Cardella, Ludovico Fenech, Edoardo Albeggiani, Alberto La Via, Maurizio Galici

mercoledì 27 maggio 2009

Comunicato di solidarietà ai militanti cobas per i fatti del 23 maggio

Esprimiamo la nostra solidarietà ai militanti dei Cobas fermati e trattenuti in questura dalla polizia di Palermo in occasione delle manifestazioni di sabato 23 maggio in ricordo del giudice Giovanni Falcone.

Questo palese attacco alla libertà di espressione si è consumato significativamente durante un cerimoniale in cui le istituzioni celebravano se stesse, al culmine di quella retorica secondo cui l'antimafia deve ridursi a mero ossequio della legalità e dell'ordine costituito.

In questa concezione autoritaria della società, in cui non c'è più spazio per il dissenso o - quanto meno - per posizioni critiche, non ci stupiremmo affatto se fosse confermato che a sollecitare l'intervento repressivo della polizia ci avessero pensato gli stessi organizzatori delle manifestazioni.

Nel ribadire il nostro sostegno ai compagni e compagne intimiditi e colpiti dalla ragion di stato, facciamo appello a tutti quelli che hanno a cuore la libertà per difendere, metro per metro, gli spazi di agibilità sociale e politica in questa città.

Coordinamento Anarchico Palermitano
http://coordanarchicopa.blogspot.com

mercoledì 20 maggio 2009

presidio contro la criminalità del potere

Il Coordinamento Anarchico palermitano promuove e organizza per sabato 23 maggio con inizio
alle ore 19.00 a Piazza Verdi un presidio contro la criminalità del potere in concomitanza
con il diciassettesimo anniversario della strage di Capaci.

Il pesante restringimento delle libertà civili che trova nel recente pacchetto sicurezza la sua espressione più inquietante, è la dimostrazione di come il culto acritico della legalità in quanto tale non abbia nulla a che fare con la lotta alla mafia e alle ingiustizie sociali, sulle quali la mafia prospera e agisce con la naturale copertura del potere politico.
Coordinamento Anarchico Palermitano

venerdì 8 maggio 2009

G8 UNIVERSITY STUDENTS SUMMIT: L’INSOSTENIBILITÀ DEL POTERE

Il sistema di dominio mondiale si avvale di sceneggiate organizzate da ruffiani e imbonitori sotto forma di grandi eventi. Eventi che servono solo a legittimare mediaticamente quanto già deciso dai padroni del mondo. Se i G8 hanno devastato la Terra, saccheggiato e inquinato le risorse del pianeta attraverso l’interessata deferenza degli stati nazionali, pensare di legittimare decisioni già prese e rappresentanze precostituite diventerebbe un atto di complicità col sistema e con la sua riproduzione.

Viviamo in un contesto nazionale caratterizzato dalla fascistizzazione dello stato e dai deliri securitari che mortificano i soggetti più vulnerabili e hanno la funzione di scatenare guerre tra poveri. È un contesto nel quale mercato liberista e capitale finanziario hanno provocato una crisi che – secondo i disegni del governo – devono pagare larghe masse, sempre più immiserite e precarizzate. I fascisti, fiutando l’avallo istituzionale, continuano a svolgere la loro classica funzione di scherani del potere.

Il sistema universitario, già insostenibile per la sua natura gerarchica e classista, va verso una deriva privatistica e aziendalista che cancellerà ogni residua libertà di ricerca, di espressione e di protesta all’interno delle facoltà, garantendo il primato dei cosiddetti «atenei d’eccellenza», veri e propri feudi del clientelismo. Ciò è funzionale a quella prospettiva di asservimento dei corpi e delle menti, a quella volontà omologatrice delle coscienze che il sistema persegue da anni per spostare sempre più in là l’ambito del controllabile e del disciplinabile. Non è un caso, che a tenere a battesimo a Palazzo Chigi la farsa dell’odierno summit sia proprio quella Maria Stella Gelmini che obbediente al suo padrone Berlusconi ha cancellato per decreto ogni residuo pubblico di scuola e università.
Ospite d’onore del summit palermitano, assieme al solito stuolo di tecnocrati, sarà il plenipotenziario “luminare” Giovanni Puglisi, che assomma tanti e tali incarichi che qui è impossibile enumerare tutti. È utile ricordare che la Fondazione Banco di Sicilia, di cui Puglisi è presidente, è tra i principali organizzatori del summit. Puglisi è inoltre vicepresidente della CRUI, presidente della Commissione Nazionale dell’UNESCO, rettore della IULM, coordinatore nazionale delle Università Non Statali, presidente dell’ISIDA (Istituto Superiore per la Formazione dei Dirigenti d’Azienda), membro del Consiglio Scientifico del Centro Studi Diplomatici e Strategici di Roma e socio Onorario del Rotary Club Palermo Sud (del quale è stato presidente), socio del Rotary Club Roma Sud, socio del Rotary Club Milano Ovest. Indubbiamente, un “Gran Maestro”.
Non mancherà il saluto di Roberto Lagalla, rettore di quell’Università in cui speriamo fioriscano mille occupazioni e ricominci a fischiare il vento salubre della rivolta. E il saluto di un altro soggetto che non ci rappresenta e al quale non abbiamo mai dato nessun mandato: il presidente Raffaele Lombardo, l’uomo “nuovo” che “risolleverà le sorti della Sicilia”, già inquisito durante Tangentopoli e debitamente riabilitato dal regime piduista di Silvio Berlusconi e di recente convolato a nozze con i fascisti di Storace.

Forse i rettori ridipingeranno di «verde» il G8, sproloquiando di «sviluppo sostenibile, ambientale e sociale».
Noi proponiamo uno sviluppo sostenibile che abbia come prospettiva la bonifica ambientale e sociale dai liquami ammorbanti di ogni assetto di potere politico-economico-sociale.
Invitiamo tutti coloro che credono in un altro mondo possibile ad abbandonare il vuoto e mortifero meccanismo della delega per cominciare ad autogestire le lotte e la vita.
Contro i padroni, che ci avviliscono l’esistenza.
Contro i partiti, che ci considerano comparse ed elettori-marionette.
Contro lo stato e il capitale, per la liberazione dei saperi e per una società di liberi ed eguali.

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

sabato 25 aprile 2009

LIBERAZIONE, RIVOLUZIONE!

A sessantaquattro anni dalla Liberazione dal nazifascismo, viviamo in un’epoca in cui il fascismo si manifesta ancora quotidianamente nella società e nelle istituzioni.

Il nuovo fascismo si manifesta nell’autoritarismo di un governo che, attraverso leggi speciali o decreti d’urgenza, restringe gli spazi di agibilità sociale e reprime la libertà di opinione.
Provvedimenti come il pacchetto-sicurezza servono a criminalizzare i soggetti più deboli come gli immigrati o i poveri dando in pasto all’opinione pubblica un bersaglio su cui scaricare le colpe della crisi in cui viviamo. Una crisi che, al contrario, deriva proprio dal sistema in cui siamo immersi: un sistema basato sulla gerarchia e la disuguaglianza, sullo sfruttamento e la precarizzazione.

Il nuovo fascismo si manifesta nelle leggi razziste, nella clandestinità in cui sono costretti a vivere gli immigrati, nella detenzione nei Centri di espulsione – i lager democratici del nuovo millennio.

Il nuovo fascismo si manifesta in questo infame mercato del lavoro fatto di flessibilità e precariato. Nessun futuro per i giovani se non quello dei contratti a tempo e dello sfruttamento legalizzato. Sempre meno tutele e sempre meno sicurezza sui posti di lavoro.

Il nuovo fascismo si manifesta nella costante ingerenza della chiesa cattolica nella vita pubblica: il Vaticano continua a condizionare la politica per controllare le coscienze, decidere sulla vita e sulla morte, giudicare sulla sessualità degli individui, imporre alle donne un ruolo di madri e mogli sottomesse e prive di autonomia.

Il nuovo fascismo si manifesta nel dilagare in tutta Italia delle aggressioni e dei crimini perpetrati dalle formazioni neofasciste contro immigrati, senza casa, militanti di sinistra.

Il nuovo fascismo si manifesta nell’imbarbarimento di una società sempre più impaurita e chiusa in se stessa, incattivita dalle parole d’ordine di una classe politica che – da destra a sinistra – difende i solo i suoi privilegi e quelli del grande potere economico e finanziario.

È per tutto questo che per noi il 25 aprile è ogni giorno.
Lottare per una società fondata sull’uguaglianza, la libertà, la giustizia sociale significa coltivare una prassi rivoluzionaria alla quale non possiamo e non vogliamo rinunciare.
Bisogna che tutti i cittadini capiscano l’importanza di resistere ai tempi terribili in cui viviamo: non solo perché questo è il modo migliore per ricordare chi si è sacrificato per una società più libera e più giusta, ma anche per scongiurare il pericolo che il buio della storia torni a calare sul nostro presente e sul nostro futuro.

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

sabato 21 marzo 2009

Manifestazione studentesca 18 Marzo 2009

IN LOTTA CONTRO IL PENSIERO UNICO

Il processo di lobotomizzazione a cui gli italiani sono sottoposti da decenni si sta risolvendo e attuando attraverso l’attacco sfrontato nei confronti dell’istruzione pubblica.
In ogni regime che si rispetti, infatti, se vuoi annullare le coscienze devi agire sulla formazione delle menti. Di fatto, il mortale attacco a cui sono state sottoposte scuola e Università, rispecchia appieno questo progetto.
I provvedimenti del governo in materia di istruzione sono stati devastanti. I decreti legge 133, 137 e 180 hanno distrutto gli ultimi rimasugli di istruzione pubblica che ci era rimasta. Queste leggi prevedono tagli dei posti di lavoro nonché la totale precarizzazione della vita non solo dei docenti e dei ricercatori, ma anche di tutti gli studenti e del personale tecnico amministrativo. Si prevede complessivamente il taglio di oltre 250.000 posti tra scuola e Università. Da questi provvedimenti usciranno fuori problemi sociali disastrosi. Oltre al taglio di migliaia di posti di lavoro, sarà fomentata un’altra forma di disoccupazione meno palese: si tratta della schiavitù a cui saranno sottoposte le donne lavoratrici, che a causa dell’annullamento del tempo pieno per i figli, saranno costrette a dedicarsi ai “lavori domestici”, abbandonando ogni prospettiva di emancipazione economica e culturale. Provvedimenti come il 5 in condotta, il maestro unico e i finanziamenti garantiti alle scuole cattoliche non fanno altro che mostrare l’intento, retrogrado e nostalgico, di recuperare un passato considerato come modello d’ordine e autorità. Il tutto è enfatizzato dalla più volgare retorica reazionaria.
La trasformazione in senso privatistico e aziendale degli atenei cancellerà la libertà di ricerca, di espressione, di protesta all'interno delle nostre facoltà garantendo i finanziamenti soltanto agli atenei “d’eccellenza”. Cioè agli atenei più prostrati alle lobby economiche di turno.
Il potere politico ed economico vuole allungare ancora di più le proprie grinfie sulle menti e sulle coscienze. Perché per i padroni è indispensabile disporre di forza lavoro a basso costo e di menti asservite al sistema.
A questo controllo e a questo processo di lobotomizazzione c’è da aggiungere anche il fortissimo clima securitario che si respira ormai da mesi e che ha avuto la sua concretizzazione con il nuovo “pacchetto sicurezza”. Quest’ultimo è figlio dell’atteggiamento di un governo che durante le mobilitazioni studentesche ha minacciato di usare la forza e di mandare l’esercito nelle università e nelle scuole. Un governo che ha proposto di istituire le classi differenziali per i bambini migranti. Un governo che vuole ghettizzare le comunità migranti e vuole fomentare una vera e propria guerra tra poveri che sta sfociando in rigurgiti di xenofobia e di razzismo. Un governo che attacca il diritto di sciopero, tenta di dividere i lavoratori, criminalizza i sindacati, reprime ogni forma di protesta sociale.
Oggi, in Italia, si assiste al trionfo dell’autorità. Gli studenti e i lavoratori che scendono in piazza in questi mesi, oltre a protestare contro dei barbari provvedimenti presi in campi specifici, vogliono far uscire da queste manifestazioni un sentimento di disagio totale nei confronti del clima di oppressione che ci circonda. Deve essere una protesta che coinvolga tutti gli strati della società e che si ribelli alle scelleratezze che ci propinano quotidianamente.

PER UN’ISTRUZIONE LAICA, GRATUITA E DI MASSA
PER UNA CULTURA LIBERTARIA E AUTOGESTITA





COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO



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http://coordanarchicopa.blogspot.com



venerdì 13 marzo 2009

PRESIDIO COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

Contro i provvedimenti liberticidi adottati dal governo con il nuovo “pacchetto sicurezza”, il Coordinamento Anarchico Palermitano organizza un presidio informativo
in via Magliocco (ang. Via Ruggero Settimo) sabato 14 Marzo alle ore 16:00.

PER LA DIFESA DELLA LIBERTA’

PER L’AUTODETERMINAZIONE

PER L’UGUAGLIANZA E LA GIUSTIZIA SOCIALE

COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

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sabato 21 febbraio 2009

DA LAMPEDUSA ISOLA-LAGER UN GRIDO DI LIBERTÀ

Questo pomeriggio, militanti del Coordinamento anarchico palermitano hanno effettuato un volantinaggio antirazzista in centro storico di Palermo.

Di seguito il testo del volantino.



La recente rivolta scoppiata nel campo di internamento per immigrati dell’isola di Lampedusa è il risultato della ferocia repressiva con cui il governo italiano pretende di gestire il fenomeno dell’immigrazione. Questa ferocia si esprime nelle leggi razziste, nei decreti di urgenza che sono diventati la normalità amministrativa, nel tentativo di far sprofondare questo paese in una specie di “dittatura democratica”.







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venerdì 6 febbraio 2009

LIBERTÀ O LEGALITÀ

L'avviso orale con cui la Questura di Palermo ha intimidito e continua a intimidire Pietro Milazzo è un atto grave e inquietante che, senza nulla togliere alla doverosa solidarietà a Pietro, va ben al di là del suo caso personale, né è leggibile in chiave meramente personalistica, legato cioè al singolo individuo. .......................................................................
Gli stati, indeboliti nella loro sovranità di fronte alla globalizzazione, si preoccupano di salvare gli interessi del capitalismo che li foraggia caricando i costi di queste operazioni sulle spalle dei lavoratori, degli studenti, dei precari, ecc. .............................................................................................




COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO

Palermo, gennaio 2009