La venuta a Palermo di Joseph Ratzinger – il papa della Chiesa cattolica, monarca assoluto della Città del Vaticano – è una di quelle cose di cui si farebbe volentieri a meno.
Saranno spesi almeno due milioni e mezzo di euro (ovvero cinque miliardi delle vecchie lire) per l’organizzazione dell’evento. Tutti soldi pubblici (in particolare della Regione siciliana) presi dalle tasche dei cittadini. Cattolici e non.
Inutile dire cosa si potrebbe fare con due milioni e mezzo di euro. La Regione potrebbe investire seriamente nel lavoro per i giovani, o in una formazione degna di questo nome, oppure potrebbe pensare al risanamento dei trasporti pubblici o alla tutela del territorio.
Anche il Comune farà la sua parte con duecentomila euro. Alla faccia dei disoccupati, dei senza casa, dei poveri, e di una Palermo mortificata dal disagio sociale ed economico.
Tutti questi soldi pubblici – che quando servono per le cose serie non si trovano mai – saranno bruciati in un paio di giorni per rendere onore a un capo di stato (e capo di una religione) che incarna in sé tutta l’ottusità di un potere che impone i suoi valori e le sue regole di comportamento sulla base di pretese e indiscutibili verità assolute.
La Chiesa cattolica – al di là dei papi che si sono succeduti – è un’istituzione che non ammette critica: detta le condizioni, fa la morale agli altri, predica bene e poi razzola malissimo.
La Chiesa vuole che siano fatte leggi a sua immagine e somiglianza, entra a gamba tesa nella vita pubblica condizionando il dibattito politico, pretende di imporre la sua visione del mondo dispensando scomuniche e condanne nei confronti di tutti i “peccatori”.
E poi ci sono i soldi, i numerosi beni immobili in Italia (molti a Palermo) e nel mondo, e le enormi quantità di denaro di cui la Chiesa dispone attraverso i suoi mille tentacoli.
Sono moltissime le persone che, domenica 3 ottobre, dovrebbero lasciare Joseph Ratzinger da solo sul palco di un Foro Italico deserto in una città blindata: le donne giudicate dai preti perché decidono di abortire; le giovani coppie che non usano i profilattici perché la Chiesa dice che è peccato; i bambini violati nella penombra di una sagrestia; gli omosessuali trattati come degli appestati; i transessuali insultati come se fossero scherzi della natura; i lavoratori sotto l’attacco padronale ai quali si chiede di rinunciare alla lotta per i diritti a tutto vantaggio della logica del profitto.
A dire il vero, tutte le donne e gli uomini liberi dovrebbero sentirsi offesi dalla presenza nella nostra città del capo di un’istituzione così oscurantista e reazionaria. Un’istituzione che, se potesse, si comporterebbe esattamente come pochi secoli fa, quando a piazza Marina o sul piano della Cattedrale bruciavano i roghi dell’Inquisizione, e migliaia di persone venivano ammazzate in nome della religione o, più concretamente, per ragioni di controllo politico e sociale.
Domenica 3 ottobre, riprenditi la tua libertà.
Lascia da solo il papa con il suo codazzo di preti e politicanti e fagli capire che non hai bisogno di lui e delle sue prediche per vivere una vita degna di essere vissuta.
Perché ciò che può rendere davvero felici gli esseri umani è la libertà di esprimersi pienamente, condividendo questa libertà con gli altri, nella solidarietà e nell’uguaglianza, in una società finalmente libera da ogni potere.
Saranno spesi almeno due milioni e mezzo di euro (ovvero cinque miliardi delle vecchie lire) per l’organizzazione dell’evento. Tutti soldi pubblici (in particolare della Regione siciliana) presi dalle tasche dei cittadini. Cattolici e non.
Inutile dire cosa si potrebbe fare con due milioni e mezzo di euro. La Regione potrebbe investire seriamente nel lavoro per i giovani, o in una formazione degna di questo nome, oppure potrebbe pensare al risanamento dei trasporti pubblici o alla tutela del territorio.
Anche il Comune farà la sua parte con duecentomila euro. Alla faccia dei disoccupati, dei senza casa, dei poveri, e di una Palermo mortificata dal disagio sociale ed economico.
Tutti questi soldi pubblici – che quando servono per le cose serie non si trovano mai – saranno bruciati in un paio di giorni per rendere onore a un capo di stato (e capo di una religione) che incarna in sé tutta l’ottusità di un potere che impone i suoi valori e le sue regole di comportamento sulla base di pretese e indiscutibili verità assolute.
La Chiesa cattolica – al di là dei papi che si sono succeduti – è un’istituzione che non ammette critica: detta le condizioni, fa la morale agli altri, predica bene e poi razzola malissimo.
La Chiesa vuole che siano fatte leggi a sua immagine e somiglianza, entra a gamba tesa nella vita pubblica condizionando il dibattito politico, pretende di imporre la sua visione del mondo dispensando scomuniche e condanne nei confronti di tutti i “peccatori”.
E poi ci sono i soldi, i numerosi beni immobili in Italia (molti a Palermo) e nel mondo, e le enormi quantità di denaro di cui la Chiesa dispone attraverso i suoi mille tentacoli.
Sono moltissime le persone che, domenica 3 ottobre, dovrebbero lasciare Joseph Ratzinger da solo sul palco di un Foro Italico deserto in una città blindata: le donne giudicate dai preti perché decidono di abortire; le giovani coppie che non usano i profilattici perché la Chiesa dice che è peccato; i bambini violati nella penombra di una sagrestia; gli omosessuali trattati come degli appestati; i transessuali insultati come se fossero scherzi della natura; i lavoratori sotto l’attacco padronale ai quali si chiede di rinunciare alla lotta per i diritti a tutto vantaggio della logica del profitto.
A dire il vero, tutte le donne e gli uomini liberi dovrebbero sentirsi offesi dalla presenza nella nostra città del capo di un’istituzione così oscurantista e reazionaria. Un’istituzione che, se potesse, si comporterebbe esattamente come pochi secoli fa, quando a piazza Marina o sul piano della Cattedrale bruciavano i roghi dell’Inquisizione, e migliaia di persone venivano ammazzate in nome della religione o, più concretamente, per ragioni di controllo politico e sociale.
Domenica 3 ottobre, riprenditi la tua libertà.
Lascia da solo il papa con il suo codazzo di preti e politicanti e fagli capire che non hai bisogno di lui e delle sue prediche per vivere una vita degna di essere vissuta.
Perché ciò che può rendere davvero felici gli esseri umani è la libertà di esprimersi pienamente, condividendo questa libertà con gli altri, nella solidarietà e nell’uguaglianza, in una società finalmente libera da ogni potere.
COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO
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