Inoltriamo comunicato della Federazione dei Comunisti Anarchici.
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Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti: la repressione violenta di ogni forma di dissenso è la cifra con cui confrontarsi.
Una cosa che non tollera lo Stato è l'autodeterminazione e l'autogestione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Lo stato è disposto a colpire sempre più duro, con furia bestiale. Non è la prima volta, non sarà l'ultima, nellla speranza di spaventare e far tornare tutti a casa e lasciarli lavorare.
Specialmente quando l'opposizione delle comunità territoriali alle cosiddette "grandi opere dura da anni e mette in discussione gli ingenti affari economici. Quegli affari che sono allo stesso tempo frutto e collante del centenario patto tra Stato e Capitale, questi affari che vengono fatti a spese di tutti e soprattutto a spese delle popolazioni residente, espropriate del diritto di decidere del proprio modello di sviluppo.
È così in Val di Susa, dove lo Stato regala miliardi di euro di soldi pubblici alle imprese private per progettare ed in futuro costruire un'opera inutile e distruttiva.
Si perché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo che fior fiore di tecnici non certamente riconducibili alle "famigerate" frange anarchiche, di cui tanto si riempiono la bocca oggi media e forze dell'ordine, da anni asseriscono che la TAV Torino-Lione è un'opera inutile e dannosa.
Inutile perché l'ingente spesa prevista non viene giustificata dalle reali necessità di trasferimenti umani e di merci in Valle. Inutile perché esiste già una linea ferroviaria che ad oggi è sottoutilizzata.
Inutile perché concentra l'intervento economico dello Stato quando sarebbe meglio distribuirlo sul territorio italiano, ad esempio migliorando le infrastrutture ed i servizi dei milioni di lavoratori e lavoratrici pendolari.
Dannosa perché rende ancora più inumana la vita in una valle dove già sono presenti un'autostrada ed una linea ferroviaria. Dannosa perché la sua realizzazione comporterebbe lo scavo di decine e decine di chilometri di gallerie in rocce contenenti quantitativi non indifferenti di amianto ed uranio (a tal proposito, visto il nuovo corso nucleare dello Stato italiano, ci viene un sospetto: non è che sperano di trovare qualche giacimento uranifero?).
Tutto questo lo spacciano per progresso. Si certo: il progressivo ingrossamento del portafoglio di burocrati ed imprenditori, sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici e fondato sulla rapina delle risorse territoriali.
Per noi il progresso è altra cosa. È anzitutto liberarsi dallo sfruttamento del capitale e dalla autorità delle oligarchie statali, è partecipazione diretta dei lavoratori e delle lavoratrici alla gestione egualitaria e libertaria del proprio collettivo sociale e alla gestione consapevole ed armoniosa dell'ambiente naturale.
È questo il timore più grande per il capitale e per lo Stato e per tutti i loro galoppini: lavoratori e lavoratrici che prendono in mano le loro vite e decidono assieme e pariteticamente della gestione delle risorse del loro territorio, sottraendolo alla rapina capitalista e dei burocrati istituzionali.
È così in Val di Susa dove le comunità locali in questo periodo stanno cercando di opporsi alle trivelle mandate dai faccendieri del blocco pro TAV per studiare la geologia del tracciato e dove lo Stato non rinuncia a spendere enormi risorse in uomini per difenderle.
Non può perdere di fronte alla richiesta di autogestione territoriale dei lavoratori e delle lavoratrici: sarebbe un pericoloso precedente!
E allora via libera alla violenza inumana dei suoi servi sulla dignitosa fermezza della comunità NO TAV.
Noi comunisti anarchici esprimiamo, da una parte la più forte e convinta solidarietà nei confronti della comunità NO TAV, nei confronti di chi è stato preso a calci e manganellato dai solerti servi in divisa, ai compagni e alle compagne impegnati in prima fila da anni a far crescere e radicare la protesta, e dall'altra esprimiamo la convinzione che la strada dell'autodeterminazione e dell'autogestione collettiva vada diffusa in tutti i campi della nostra vita quotidiana, dalla difesa dell'ambiente, alla difesa dei diritti della classe lavoratrice e di tutti i diseredati.
19 febbraio 2010
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